Durante il mio recente viaggio in Messico sono stato ospite di Eduardo Villegas, direttore dell’Academia Mexicana de Eno-Gastronomia. Edu è sommelier ed esperto di birra, ma anche un artista eclettico.
Tra un piatto di tacos e qualche bicchiere di mezcal, gli ho raccontato il progetto “piacevolezza” e quale filosofia ci fosse alla base. a questo punto ho chiesto il suo aiuto nella realizzazione di un logo che rappresentasse graficamente il tutto. Poiché è passato più di un anno da quando ho cominciato a riflettere su quale potesse essere il logo giusto. Ho riposto la mia fiducia nelle sue doti “artistiche”. Ne abbiamo parlato per diversi giorni, ma non si riusciva a tirare fuori un’idea che sintetizzasse bene il concetto di piacevolezza.
Un pomeriggio, durante una pausa di lavoro, riprendiamo il discorso e cerchiamo di vagare con la mente alla ricerca dell’idea giusta. All’improvviso sento Eduardo lanciare un urlo. Si era punto toccando involontariamente una pianta di agave che si trovava nel suo ufficio. Non curante del dolore che stava provando, gli faccio notare che è sicuramente un segno del destino e bisognava assolutamente approfondire la cosa. Mi racconta che Janine, la sua compagna, aveva messo quell’agave lì perché quella era la stanza dedicata a Mayahuel, la divinità protettrice di quella pianta molto diffusa nella cultura messicana. Chiedendogli chi fosse Mayahuel, m’invita a girarmi. Noto l’immagine della divinità che lui stesso aveva dipinto sulla parete della sala che si trovava alle mie spalle. La guardo con curiosità, rimanendo immediatamente attratto dalle mani aperte verso l’esterno, con pollice e indice uniti a formare un cerchio. Eduardo mi racconta che la posizione delle mani indica apertura, crescita e creatività.
Resto senza parole, sembra che stia raccontando il significato della #piacevolezza, come obiettivo a cui puntare per sviluppare in ognuno di noi proprio quelle doti. Ipnotizzato davanti a quel disegno, mi concentro sulle mani e vedo materializzarsi una P.
Guardo negli occhi Eduardo e gli dico “abbiamo trovato il logo!”